Origine del nome

Fino al 1810 aveva il nome di "Casanova" ma quando fu unito alla villa di Coccagna, assunse il nome di Comune di Casanova e Coccagna.

Il primo sindaco del Comune di Casanova e Coccagna fu Michele Fusco, appartenente ad una delle maggiori famiglie benestanti di Casanova.

Dal 1807 al 1809 la villa di Coccagna era stata aggregata al Comune di Recale (insieme a Portico e Masserie, ovvero l'attuale San Marco Evangelista).

In realtà a detenere il potere fu sempre il casale di Casanova e Coccagna ne dovette in più occasioni subire le decisioni.

Il cambiamento del nome della città in Casagiove avvenne con Regio Decreto numero 695 del 17 febbraio del 1872 e fu dovuto alla circostanza che molti membri del Consiglio comunale ritenevano che in passato nella zona ci fosse stato un tempio dedicato a Giove.

Tale credenza, da altri considerata errata, è stata confermata dal ritrovamento nel 1997 del tempio sui Monti Tifatini, anche grazie al sig. Mario Rivetti che rinvenne tre targhe in bronzo di epoca romana, in seguito consegnate all'autorità territoriale.

Si può ammirare ciò che rimane del tempio sul Monte Tifata a quota 526, attualmente territorio del Comune di San Prisco.

Storia

In seguito al ritrovamento di reperti della civiltà sannitica, si è fissata quale datazione convenzionale dei primi insediamenti umani sull'odierno territorio casagiovese, attorno al 400-300 avanti Cristo.

Il più antico documento della storia di Casanova da noi conosciuto risale al 969 d.C. e riguarda la concessione del vescovo Alderico della fondazione della chiesa di S. Croce.

Successivamente il nome di Casanova compare nella Bolla di Senne del 1113, nella quale la medesima chiesa di S. Croce passò dalla diocesi di Capua a quella di Caserta.

Il successivo sviluppo della realtà civica casagiovese si verificò dopo la nascita del villaggio limitrofo di Torre, attuale Caserta, tra il XVI e il XVII secolo.

Infatti una grande espansione demografica si verificò in seguito all'avvio dei lavori della Reggia di Caserta, iniziata nell'anno 1752.

Poiché furono molti coloro che impegnati nei lavori del grandioso progetto Borbonico, tanta parte si stabilì con le loro famiglie sul territorio casagiovese.

Nel 1806, dopo l'abolizione della feudalità Casanova divenne Comune nel 1807 fu nominato sindaco Liborio Menditto.

Il primo sindaco di Casanova e Coccagna nel 1810 fu Michele Fusco, appartenente ad un'importante famiglia benestante.

Durante il Fascismo, con il Regio Decreto emesso il 2 gennaio 1927 (n.1) ci fu la soppressione della Provincia di Terra di Lavoro e con il Regio Decreto emesso nel maggio 1928 (n.1177) il comune di Casagiove fu soppresso e retrocesso a semplice borgata aggregata al Comune di Caserta.

Con il Decreto n. 436 del 31 ottobre 1946, firmato dal Capo Provvisorio dello Stato Italiano Enrico De Nicola, Casagiove riacquistò la propria autonomia comunale; con decreto prefettizio n.2905 del 25 marzo 1947 fu nominato commissario straordinario il Cav. Antonio Santoro.

In seguito alle prime elezioni amministrative datate 24 e 25 maggio 1947, in data 9 giugno 1947 il Consiglio Comunale neoeletto nominò sindaco il Cav. Michele Santoro.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa di San Michele Arcangelo. Già nel 1113 la chiesa viene menzionata nella Bolla di Sennete, ma di proprietà del Monastero di S. Giovanni delle Monache di Capua, veniva donata in seguito agli abitanti del posto.

Chiesa di San Vincenzo de' Paoli,- eretta agli inizi dell'800 per volontà dei casagiovesi accanto a quella del Patrono S. Michele. Considerata la devozione che gli abitanti hanno per lui, S. Vincenzo de' Paoli è diventato compatrono della cittadina.

Santa Maria della Vittoria, sita in Coccagna, detta localmente Cuccagna, fu eretta dalla famiglia Faenza e successivamente restaurata a favore degli abitanti del luogo dalla famiglia Paternò i cui membri erano i vecchi feudatari (i Paternò sono fra l'altro Conti di Montecupo - "seu Casanova").

Chiesa di San Francesco di Paola (1650 circa), luogo di sepoltura dell'insigne architetto Luigi Vanvitelli.

La chiesa di Sant'Antonio, eretta nei primi anni del diciannovesimo secolo.

Cappella di Montecupo, eretta agli inizi del '600 dalla famiglia Santorio, proprietaria del fondo per volontà di Paolo Emilio Santorio Vescovo di Urbino.

Architetture civili

Ex Caserma De Martino.

La caserma sorge sull'antico ospedale voluto da Barlo di Borbone per accogliere gli operai e quanti lavoravano alla costruzione della Reggia di Caserta; fu poi destinata da re Ferdinando a caserma, ma subì nel corso dei secoli numerosi cambiamenti.

Sede del primo distretto militare delle province di Caserta e Benevento, sede del XI Reggimento Bersaglieri, e nel primo conflitto campo di prigionia per ufficiali austro-ungarici.

Negli anni venti fu sede della Scuola Allievi Sottufficiali e più tardi per Ufficiali.

I locali che sono stati restaurati, sono utilizzati per sfilate di moda ed altre manifestazioni.

Ospedale Militare.

Realizzato sfruttando gli antichi locali del Convento dei Minimi, interessante la scala realizzata dall'Ingegner Miraglia; presenta per la maggior parte uno stato di completo abbandono.

Recentemente la struttura è stata parzialmente demolita.


Palazzetto dello Sport
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All'interno del palazzetto dello sport di Casagiove, sito nei pressi dell'area mercato (oggi Piazza De Rege), ci sono anche i nostri uffici.

Quartiere Militare Borbonico

Il Quartiere Militare Borbonico deve la sua realizzazione al Re Ferdinando II, in realtà il sovrano sfruttò i locali del vecchio ospedale, e l'acquisto di casamenti confinanti.

Re Carlo di Borbone aveva deciso di destinare ad uso di ospedale per accogliere coloro che si ammalavano durante i lavori di costruzione della Reggia di Caserta.

In quell'occasione furono realizzate anche corsie diverse per tenere separati gli schiavi musulmani dai liberi operai cristiani, per i quali venne messa a disposizione una cappella dedicata alla Madonna del Rosario poi inglobata nell'odierna struttura della Chiesa di Santa Croce nuova.

L'Ospedale cadde poi in disuso tanto da essere definito nei documenti un'abiura di belve. Nel 1985 fu rilevato dal Comune di Casagiove e presso tale sito è in corso un progetto di recupero strutturale denominato “l'altrareggia”.

(Informazioni tratte da Wikipedia)